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  • Il Chianti

    Venti chilometri, più o meno. Venti chilometri appena, per quanto assai “contestati”. Tanto si estende la catena dei monti (o colline) del Chianti. Questo dato potrebbe apparire agli occhi di molti assolutamente superfluo, ma non lo è se si pensa che in origine la parola “chianti” non significava “vino”, come si potrebbe invece pensare, bensì “colline”, “zona montagnosa”. Va da sé che nell’aspra e mai risolta contesa per la rigorosa definizione dei confini della zona, del Chianti “ufficiale” e della d.o.c.g. che reca in dote ai fortunati che ne possiedono “un pezzo”, il ricorso all’etimologia non è granché significativo, visto che circa i tre quarti, se non di più, del territorio toscano possono dirsi collinari o montagnosi. Senza voler sollevare un vespaio, né tanto meno addentrarmi nelle irrisolte questioni economiche legate all’utilizzo del marchio nella produzione vinicola, ma per puro “amor di chiarezza”, potremmo distinguere sostanzialmente “due Chianti”, uno classico e, per così dire “ristretto”, comprendente i comuni di Greve, Castellina, Gaiole e Radda, i quali, nella denominazione ufficiale, sono appunto seguiti dalla determinazione territoriale “in Chianti” che non lascia margini d’interpretazione, e un Chianti “allargato” anche ai comuni di San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Poggibonsi e Castelnuovo Berardenga. Ad essi si aggiungono poi alcune denominazione di Chianti (come il Chianti Rufina, il Chianti Colli fiorentini, il Chianti Montespertoli, ecc.) che però descrivono realtà legate esclusivamente alla produzione vitivinicola, prive di una “affinità territoriale” riconducibile a basi storiche o geografiche. Ma in realtà, per quanto riguarda il turista, che importanza ha sapere “dove finisce” il Chianti? Cosa gli cambia sapere se si trova nel comune di Gaiole o di Montevarchi, quando intorno a lui verdeggia il medesimo paesaggio di incomparabile bellezza, quando sotto ai suoi occhi increduli si stendono gli stessi morbidi declivi che hanno reso la nostra regione celebre in tutto il mondo? Che può interessare all’enoturista cosa c’è scritto sull’etichetta della bottiglia, quando il suo contenuto è avvolgente come le colline che gli ruotano attorno? Quelle colline che potrà in qualche modo ritrovare anche a casa sua, ad anni e centinaia di chilometri di distanza, stappando quella stessa bottiglia che avrà comprato in ricordo di un giorno felice. Un giorno felice che potrà rivivere ovunque e quando vorrà nello spazio e nel tempo di 75 cl. Perché dunque “litigare” su dove sia il Chianti, quando il Chianti oggi è anche, se non soprattutto, un luogo dello spirito?


Il Chianti

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26/2/2023

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  • Garfagnana - Grotta del Vento

    La Grotta del Vento si trova in Garfagnana, al centro del Parco delle Alpi Apuane, in una zona ricca di spettacolari quanto interessanti fenomeni carsici. Qui gli agenti atmosferici incessantemente scavano, scolpiscono e modellano le rocce calcaree, dando origine a maestose sculture naturali. 

    La Grotta del Vento con la sua straordinaria varietà di aspetti, offre al visitatore un panorama completo sul carsismo sotterraneo: il risultato di un processo evolutivo iniziato  20 milioni di anni fa e non ancora concluso. 

    Stalattiti e stalagmiti vive e brillanti, laghetti, corsi d'acqua, forme di erosione, formazioni di fango e perfino pozzi perfettamente verticali possono essere visitati con comodi sentieri, permettendo a chiunque di ammirare le meraviglie del mondo sotterraneo in condizioni di assoluta sicurezza.

    La temperatura è di +11°C. Si consiglia quindi un abbigliamento di tipo primaverile-autunnale.

  • Orario e biglietti

    Grotta del Vento  

    I-55020 Fornovolasco (LU) 

    Tel. 0583-722024  


    Orario:

    gennaio-febbraio: 9,30-16,30

    marzo: 9,30-17,30

    aprile-maggio: 9,30-18,30

    giugno-settembre: 9,30-20,00 (ultimo turno di ingresso ore 19:15)

    ottobre: 9,30-17,30

    novembre-dicembre: 9,30-16,30

    Chiusa il 25/12


    Si può scegliere tra 3 diversi itinerari ed è accessibile tutti i giorni dell'anno (25 dicembre escluso), al costo rispettivamente di 9, 14 e 20 Euro.


    Audioguide

    Nella Grotta del Vento tutte le visite sono guidate. Mentre la guida in italiano è ottenibile in qualsiasi orario, la frequenza e disponibilità di gruppi guidati in altre lingue è variabile e dipendente dalla stagione.

    Nel caso non sia disponibile un gruppo organizzato nella lingua desiderata, è possibile richiedere presso la biglietteria una audioguida contenente una approfondita descrizione della grotta nelle seguenti lingue: Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo, Polacco, Olandese, Russo, Svedese, Portoghese.

    Il servizio di audioguide è gratuito.


    Ulteriori informazioni: www.grottadelvento.com 

Garfagnana La Grotta del Vento - Orari e Biglietti di Ingresso

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13/8/2022

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  • Mammiano - il Ponte Sospeso

    Proponiamo un'escursione sulla Montagna Pistoiese alla scoperta di un'opera d’ingegneria

    veramente unica nel genere. Non è un opera d’arte, ma il ponte sospeso sul torrente Lima, che si trova sulla strada che sale verso l’Abetone, subito dopo San Marcello Pistoiese, in località Mammiano Basso, è sicuramente da vedersi, specie per chi non soffre di vertigini… Fu costruito nel 1922 e bastano pochi numeri per spiegarne la sua eccezionalità. E’ lungo 220 metri ed ha un altezza, nel suo punto massimo, di ben 40 metri!

    E’ senza ombra di dubbio uno dei ponti pedonali più lunghi del mondo. Fu costruito con cavi d’acciaio ancorati con massicce catene a scogli di calcestruzzo, tavole ferrate con reti metalliche formano invece la passerella, larga poco meno di un metro, ha anche dei tiranti laterali per  renderlo meno soggetto a tentennamenti e renderlo più sicuro. Oggi è una meta turistica ambita, specie per gli amanti delle scariche d’adrenalina e riscuote grosso successo, ma ben altri sono i motivi per cui è stato costruito. Nacque come scorciatoia per gli operai della zona che dovevano raggiungere, dall’altra parte della vallata, lo stabilimento metallurgico di Campotizzoro.

    L’idea di costruirlo venne al Conte Vincenzo Douglas, allora direttore della Società metallurgica italiana (ora Europa Metalli), il quale affidò l’incarico e la responsabilità della realizzazione per la parte meccanica, al suo capo officina, tale Filiberto Ducceschi e per la parte muraria al suo capo muratore. In circa due anni, con una trentina d’operai al lavoro, il ponte fu terminato ed inaugurato. Da quel giorno di primavera del 1922 ad oggi è stato attraversato da oltre due milioni di persone da una vallata all’altra! Enorme il suo fascino ed impossibile è non provare almeno per una volta, il brivido di attraversarlo.

Mammiano Ponte Sospeso. Breve storia

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2/7/2022

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  • Capannori (LU) - Quercia delle Streghe

    Lungo la strada provinciale che porta verso Lucca c’è un albero monumentale di grande suggestione che merita una sosta per essere ammirato, una quercia della specie Quercus pubescens.


    Si tratta di un albero dalle proporzioni imponenti, con un tronco di oltre quattro metri di circonferenza e un’estensione verso il cielo per un'altezza di oltre venticinque metri

    L’età della pianta è di circa 600 anni ed è inclusa negli elenchi degli alberi monumentali d’Italia.


    Avvicinarsi e sostare sotto questa enorme chioma che si estende per un diametro di oltre 40 metri  è quasi un’esperienza mistica. Girarci intorno e osservare lo sviluppo dei rami enormi che si estendono molto in orizzontale più che in altezza, offrendo continui cambi di prospettiva e forme incredibili, lascia sorpresi e stupefatti per questo capolavoro della natura

    Alcuni dei possenti rami poggiano su paletti a sostenere il peso di questo grande saggio.


    La sua imponenza e la forma particolare hanno sollecitato la fantasia popolare che gli attribuisce due leggende. La prima è quella da cui deriva il nome popolare di “Quercia delle streghe” secondo cui la forma che predilige lo sviluppo dei rami più orizzontalmente che verso l’alto sia dovuta al fatto che la quercia era punto di ritrovo delle streghe sotto alla quale danzavano e praticavano i loro riti sabbatici.


    La seconda leggenda è legata alla storia “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”. Questa sarebbe proprio la “Quercia grande” dove Pinocchio venne impiccato dagli assassini che volevano rubargli le quattro monete d’oro e vicino alla quale poi il burattino incontrò il Gatto e la Volpe, che lo convinsero a sotterrare i denari nel Campo dei Miracoli nella città di Acchiappacitrulli dove, a loro dire, sarebbe cresciuto un albero carico di zecchini d'oro. Per questo l'albero è chiamato anche "Quercia di Pinocchio".


Capannori (LU) - Quercia delle Streghe

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2/7/2023

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  • Borgo a Mozzano - il Ponte del Diavolo

    In località Borgo a Mozzano, a soli 20 km da Lucca esiste un ponte considerato un capolavoro dell'architettura medievale che attira numerosi visitatori ogni anno per la sua bellezza e la sua storia leggendaria. E’ il cosiddetto Ponte del Diavolo, edificato forse nell'XI secolo per volere della contessa Matilde di Canossa. Ha una forma molto particolare, detta a schiena d’asino. É formato da 3 imponenti archi, il cui maggiore raggiunge un’altezza di 18 m e risulta incredibilmente ampio, donando al ponte un aspetto strano e suggestivo che si presta molto bene a diventare protagonista di storie misteriose. 

    Il suo nome è legato ad una leggenda secondo cui il ponte sia stato costruito in una sola notte dal diavolo stesso, che aveva offerto il suo aiuto a un capomastro che aveva ricevuto l’incarico, ma i tempi di costruzioni si erano dilungati a dismisura. Il Diavolo travestito da rispettabile uomo d’affari,  gli disse che lui sarebbe stato in grado di terminare il ponte in una sola notte in cambio dell'anima della prima persona che lo avesse attraversato. Il costruttore accettò e il diavolo costruì il ponte in una sola notte.

    Preso dai rimorsi, il costruttore raccontò tutto al parroco del paese. Insieme i due elaborarono un astuto stratagemma per ingannare il maligno: attirarono sul ponte un cane (in alcune versioni una capra o un maiale), salvando così le anime di tutti gli abitanti del paese. Vistosi ingannato, fu proprio il diavolo a dare al ponte la sua strana forma per vendicarsi dello stratagemma

    Il Diavolo furibondo per esser stato sconfitto, si gettò nelle acque del fiume Serchio e non fu mai più rivisto da quelle parti.

    E’ diventato un luogo ideale per festeggiare Halloween, amato da giovani che con i loro costumi da vampiri, streghe e mostri si ritrovano a festeggiare in prossimità di questa splendida architettura.

Borgo a Mozzano - il Ponte del Diavolo

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27/3/2023

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  • Orrido di Botri

    Un'imponente gola calcarea ricca di vegetazione e specie animali rare come l'aquila reale e il lupo.

    L'Orrido nella Valle del Serchio è un paradiso per gli amanti della natura e per chi adora l'emozione di camminare in una ripida gola rocciosa. L'Orrido forma una valle molto stretta creata dall'erosione dell'acqua. Anche i movimenti delle forze tettoniche della terra hanno svolto un ruolo nella creazione di questa spettacolare gola, poiché fratture e crepacci hanno aiutato il flusso dell'acqua a plasmare la terra.

    La riserva si estende su una superficie di 286 ettari ed è gestita dai Carabinieri - Servizio Protezione Parchi dello Stato. Tutte le visite all'Orrido iniziano dal Ponte a Gaio che è l'unico modo per entrare nella riserva.


    Apertura estate 2024


    Ingresso gratuito

    Obbligo di prenotazione al 0583-800020


    15/07 - 28/07 - martedì, venerdì, sabato, domenica

    29/07 - 1 /09 - tutti i giorni 

    02/09 - 15/09- martedì, venerdì, sabato, domenica 

    Sempre con orario 9.00-18.00


    Gli ingressi, per un massimo di 25 persone/turno, saranno ogni 30’ a partire dalle ore 9,00 con ultimo ingresso alle ore 15,00.


    I visitatori entrano nell'Orrido camminando lungo il letto del fiume in parte su ciottoli e massi, in parte su massicci blocchi di roccia, spesso immergendosi nell'acqua ghiacciata del fiume fino alle ginocchia fino alla zona denominata Piscina e dura circa 4 ore calcolando l'andata e il ritorno.


    Anche noi abbiamo intrapreso questa avventura con una bambina di 5 anni e ci siamo divertiti molto. Consigliamo sicuramente di indossare un abbigliamento sportivo adeguato e di prevedere un ricambio nel caso di una scivolata nell'acqua. Anche le scarpe devono essere adeguate. Un paio di scarpe da tennis che si possano anche bagnare è l'ideale.


    Il percorso è stato suddiviso 4 tratti distinti per cui si può percorrerne anche solo una parte.


    Percorso in alveo da Ponte a Gaio alla Piscina  

    1. GUADINA 
30 min. da Ponte a Gaio Primo restringimento dell'alveo; tratto di circa 80 mt.  

    2. PRIGIONI 45 min. da Ponte a Gaio 
Secondo restringimento dell'alveo; tratto di circa 500 mt da percorrere tutto dentro l'acqua. Alla fine delle Prigioni inizia il cosiddetto Solco Grande. 

     3. SALTO DEI BECCHI 80 min da Ponte a Gaio 
Piattaforma calcarea nei pressi della quale si riscontrano le prime "marmitte" formate da fenomeni erosivi intensi. Da questo punto il percorso diventa ancora più impegnativo e si consiglia solo ad escursionisti esperti, in alcuni tratti seguire e servirsi delle corde fisse.  

    4. PISCINA 120 min da Ponte a Gaio 
Termine del percorso autorizzato.


    Le visite partono da Ponte a Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il centro accoglienza dei Carabinieri, link al sito: http://www.carabinieri.it


    La Riserva è aperta da giugno a settembre.

Orrido di Botri Caratteristiche

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21/8/2024

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  • Abbazia di S. Galgano e la Spada nella Roccia

    Il complesso composto dall’eremo o rotonda di Montesiepi e dalle rovine della grande abbazia circestense di San Galgano, è uno dei luoghi più suggestivi della Toscana ed intriso di storia e leggenda. Galgano Guidotti nacque nel 1148 a Chiusdino. Cavaliere feroce, amante dell’avventura e della vita senza regole, condusse per oltre venti anni una vita dissoluta; poi, stanco delle guerre, iniziò la sua conversione predicando per Siena e dintorni fino a quando si ritirò sul Montesiepi, dove conficcò profondamente la sua spada nella roccia realizzando, con l’elsa, una croce: simbolo di pace e di redenzione. Iniziò così una vita da monaco eremita, e proprio sul Montesiepi trovò serenamente la morte il 3 dicembre 1181 (anno in cui nacque San Francesco d’Assisi), all’età di 33 anni. Quattro anni dopo, fu fatto Santo. L’eremo di Montesiepi fu costruito subito dopo la sua morte, sopra l’antica capanna dove Galgano visse l’ultimo anno di vita. La chiesa ha forma circolare con una cupola a fasce cromatiche alternate da file di pietra bianca e di mattoni rossi. Nella valle sottostante, possiamo ammirare l’abbazia cistercense - con la classica forma a croce latina - la cui costruzione iniziò nel 1218. I lavori durarono più di cinquant’anni e fu consacrata nel 1288. Dopo circa cent’anni di splendore, si verificò una lenta decadenza: nel 1550 l’abbazia fu privata del tetto di piombo, e nel 1786 un fulmine abbatté il campanile. Nel 1789 fu sconsacrata e trasformata in fattoria. Nell’800 venne parzialmente restaurata, ma solo nel 1926 ci furono interventi di consolidamento per preservare quanto a tutt’oggi rimane della struttura originaria, come luogo di suggestiva bellezza. 

  • Orario e biglietti

    L'Abbazia di San Galgano è aperta tutti i giorni con i seguenti orari:


    da NOVEMBRE a MARZO dalle ore 10:00 alle 17:30;

    APRILE, MAGGIO e OTTOBRE dalle ore 10:00 alle 18:00;

    GIUGNO e SETTEMBRE dalle ore 10:00 alle 19:00;

    LUGLIO e AGOSTO dalle ore 10:00 alle 20:00.

    In occasione di matrimoni o di altri eventi l'orario di apertura può subire variazioni (per informazioni chiamare il numero 0577/756738).


    Prezzi dei biglietti per la visita del complesso monumentale di San Galgano:


    5,00 € intero

    4,00 € ridotto (fino a 18 anni, oltre i 65 anni, gruppi sopra ai 20 elementi, studenti con tessera universitaria, famiglie da e oltre 4 componenti)


    Per sicurezza sugli orari consultare il sito del Comune di Chiusdino qui


    Per raggiungere l'Abbazia di S. Galgano sia dall'Agriturismo i Pitti che dal Casa Rowe B&B è necessaria la macchina e ci vogliono circa 1 ora e 45 minuti. Gran parte del percorso attraversa un paesaggio di rara bellezza, rendendo il tragitto un percorso estremamente piacevole.

Abbazia di S. Galgano e la Spada nella Roccia storia e leggenda

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14/8/2022

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  • Larderello e il Museo della Geotermia

    Nel centro della Toscana è presente l’area geotermica più estesa dell’intera Europa continentale, ancora oggi chiamata la “Valle del Diavolo”.

    Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza delle torri refrigeranti, e da una fitta rete di tubi luccicanti che trasportano il vapore alle centrali.

    La geotermia è una fonte energetica pulita e rinnovabile.

    Cosa è la geotermia?

    Il sistema geotermico assomiglia a una pentola a pressione messa sul fuoco.

    La sorgente di calore è costituita dal magma; il fondo della pentola corrisponde a uno strato di rocce impermeabili; l’interno fatto da rocce permeabili rappresenta il serbatoio con il fluido geotermico; il coperchio è costituito da uno strato di rocce impermeabili; la valvola della pentola è costituita dal pozzo di perforazione e dal vapore delle manifestazioni naturali. 

    Tutta l’area boracifera era interessata da imponenti manifestazioni naturali: fumarole, lagoni e geysers. Con la perforazione di pozzi le manifestazioni sono progressivamente ridotte, rimangono  visitabili quelle nell’area tra Sasso Pisano e Monterotondo.

    Lungo il percorso delle Terre Fumanti di Sasso Pisano e Monterotondo Marittimo affiorano calcari e diaspri che consentono ai fluidi di raggiungere la superficie, dando luogo a suggestive manifestazioni endogene naturali che creano un paesaggio infernale. Rare forme di vegetazione, minerali, rocce roventi, getti di vapore e pozze di acque gorgoglianti sono solo alcuni aspetti di questo straordinario luogo.

    In alcuni giorni (chiedere all’ufficio turistico) possibile assistere alla manifestazione del pozzo dimostrativo. Perforato nel 1956, il pozzo è profondo 740 metri con un diametro 9”5/8 ha una portata di circa 10 tonnellate ora e una temperatura di 180°C. Composizione fluido: 96% vapore d’acqua, 4% gas incondensabili.

    Da non perdere il Museo della Geotermia, fondato dalla Larderello Spa e inaugurato nel 1956 ha sede nel Palazzo De Larderel ed è dotato delle più moderne tecniche di museografia. Un percorso che partendo dagli utilizzi della risorsa nel periodo etrusco e medievale, ci porta allo sviluppo industriale e alla sfida odierna delle energie alternative.

    Per completare la visita, a Sasso Pisano è stato realizzato un laghetto termale nella zona degli antichi lavatoi con vasche idromassaggio a 36°, “tiepidarium” balneabile e biolago fitodepurato.


  • Orario e biglietti

    Museo della Geotermia

    Piazza Leopolda, Località Larderello

    56045, Pomarance (PI)

    Geomuseo.Enel.com

    Mail: museogeotermia@idealcoop.com

    Tel: +39 0588 67724

    Mail Volterratur: info@volterratur.it

    Tel: +39 0588 86099 (volterratur.it)



    Orari di Apertura

    Dal 16 marzo al 31 ottobre:

    tutti i giorni, dalle 09:30 alle 18:30

    (ultimo ingresso alle ore 18:00)


    Dal 1° Novembre al 31 dicembre:

    aperto dal martedì alla domenica (chiuso il lunedì),

    dalle 10:00 alle 17:00 (ultimo ingresso alle ore 16:30)


    Dal 1° gennaio:

    Tutti i giorni dalle 09:30 alle 17:30

    (Ultima visita 17:00)


    Ingresso gratuito


    LA PRENOTAZIONE NON È OBBLIGATORIA.


    Per raggiungere il Museo della Geotermia di Larderello sia dall'Agriturismo i Pitti che dal Casa Rowe B&B è necessaria la macchina e ci vogliono circa 2 ore. Gran parte del percorso attraversa un paesaggio di rara bellezza, rendendo il tragitto un percorso estremamente piacevole.

Larderello e il Museo della Geotermia

Depliànt sulla Geotermia Come arrivare

14/1/2023

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  • Giardino dei Tarocchi a Capalbio – Niki de Saint Phalle

    In provincia di Grosseto, nel comune di Capalbio, località Garavicchio si trova un parco artistico veramente magico, che vale la pena di visitare, magari abbinato ad una sosta di qualche ora al mare. Si tratta del Giardino dei Tarocchi, creato dall'artista Niki de Saint Phalle composto da gigantesche sculture di donne giganti, alte dai 12 ai 15 metri, coloratissime, raffiguranti gli arcani maggiori dei tarocchi, ventuno carte più  il Matto.

    Il giardino, perfettamente inserito nel paesaggio collinare maremmano, è un vero e proprio museo a cielo aperto, unico al mondo, di grandissimo fascino che trascina l'osservatore in un mondo fiabesco.

    L'artista Niki de Saint Phalle ha lavorato alla realizzazione di questo capolavoro di arte ambientale dal 1980 al 1996, mentre l'apertura al pubblico è avvenuta nel 1998. 

    É uno spazio che sembra fuori dal tempo e dal mondo con stradine punteggiate dalle statue titaniche e sgargianti, come un viaggio iniziatico in cui si è invitati a perdersi. Tra le altre sculture si incontrano il Mondo, raffigurato come un globo sormontato da una donna avvolta da un serpente, si fa conoscenza del Diavolo, rappresentato da una donna con le ali, il Matto, ovvero l’origine del caos.

    La storia del giardino ha origine nel 1955 quando Niki de Saint Phalle visitò il Parco Guell a Barcellona rimanendo folgorata dall’opera di Gaudì.

    A Capalbio trovò il luogo giusto per creare il suo parco. Non fu un’impresa semplice soprattutto perchè totalmente autofinanziato. Ciò causò più volte delle interruzioni in attesa di ricavare nuovi fondi dalla vendita delle sue opere; pare che un terzo del giardino fu realizzato con un profumo di sua invenzione.

    Per Niki de Sait Phalle i tarocchi erano uno strumento di comprensione della vita, della complessità del mondo. A Parigi aveva conosciuto il mondo dell’esoterismo e coltivò questo interesse per tutta la vita facendone un faro artistico e spirituale.

    L’artista morì di polmonite nel 2002 a San Diego.

    Il Giardino viene attualmente gestito dalla fondazione Giardino dei Tarocchi, una fondazione privata voluta dall'artista stessa che ha il compito di gestire il parco e curarne la costante manutenzione di cui necessita.

  • Orario e biglietti

    Il parco è aperto al pubblico tutti i giorni dal 

    1° Aprile al 15 Ottobre dalle 14.30 alle 19.30, ultimo accesso alle ore 18.15


    Il prezzo del biglietto di ingresso è di 14 Euro.

    Prezzo ridotto per persone da 7 ai 22 anni e ultra 65 è di 9 Euro.

    Bambini sotto i 6 anni e disabili: ingresso gratuito.


    Solo l’acquisto online dei biglietti garantisce l’ingresso al Giardino dei Tarocchi. Acquisto TICKET ON LINE


    Indirizzo:

    Il Giardino dei Tarocchi - 58011 Capalbio (gr)- località Garavicchio - tel 0564 895 122   


    Sono ammessi i cani purché tenuti al guinzaglio


    Per ulteriori informazioni: 

    www.nikidesaintphalle.com


Giardino dei Tarocchi a Capalbio – Niki de Saint Phalle

Come arrivare

27/2/2023

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  • Ex Manicomio di Volterra

    Il manicomio di Volterra è stato uno dei più importanti ospedali psichiatrici d'Europa. Costruito nel 1888, è un complesso di edifici che si trovano in cima ad una collina panoramica vicina alla città di Volterra, ed è circondato da mura.

    É stato fondato con l'obiettivo di fornire trattamenti terapeutici per i pazienti affetti da malattie mentali, che in quel periodo venivano considerati "pazzi" e relegati in luoghi di isolamento e abbandono. 

    Nel corso degli anni, il manicomio ha ospitato migliaia di pazienti affetti da malattie mentali provenienti da tutta Italia, che hanno vissuto all'interno delle mura per decenni, fino alla chiusura dell'istituto nel 1978.


    Tra i medici che hanno lavorato al manicomio di Volterra, spiccano i nomi di Vincenzo Chiarugi e Cesare Lombroso. Chiarugi, considerato il padre della psichiatria italiana, ha introdotto nuovi metodi di cura per i malati di mente, ponendo l'accento sull'importanza dell'igiene, dell'alimentazione e del contatto con la natura. Lombroso, invece, è stato uno dei primi studiosi a cercare una spiegazione scientifica per la malattia mentale, interessandosi soprattutto alle cause biologiche e fisiologiche dell'insorgenza di psicosi e deliri.


    Una particolare menzione spetta al Dott. Luigi Scabia, uno dei medici che ha avuto un ruolo cruciale nella storia del manicomio di Volterra. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Scabia ha lavorato al rinnovamento dell'ospedale, mettendo in pratica nuovi metodi di cura che prevedevano l'importanza di un approccio umanistico e del coinvolgimento dei pazienti nella gestione della propria cura. Scabia era convinto che i malati di mente dovessero essere trattati in modo compassionevole e rispettoso, e che la loro guarigione dipendesse anche dal loro coinvolgimento attivo nella terapia.

    Grazie al lavoro del dottor Scabia, il manicomio di Volterra divenne un luogo in cui i pazienti erano trattati con dignità e rispetto, e dove il personale medico e infermieristico si impegnava a fornire il miglior livello di cure disponibile. Questo approccio innovativo ha avuto un impatto significativo nella cura dei malati di mente in Italia e in Europa, e il manicomio di Volterra è diventato un modello per altri ospedali psichiatrici in tutto il mondo.


    Oggi, il manicomio di Volterra è stato trasformato in un museo ed è possibile visitare i vari padiglioni e scoprire la storia dell'ospedale e dei pazienti che vi sono stati ricoverati. La visita al museo offre anche l'opportunità di conoscere i diversi trattamenti che venivano utilizzati per curare le malattie mentali nel corso del tempo, dai metodi più primitivi e crudeli ai più avanzati e moderni.

    Un volta al mese vie organizzata una visita guidata che conduce alla scoperta di questo luogo particolare e dalle mille sfaccettature che conserva la memoria storica dell'ospedale e delle persone che vi sono state curate. La visita rappresenta un'opportunità per conoscere la storia dell'ospedale e il lavoro del dottor Scabia, che ha contribuito a cambiare la concezione della cura dei malati di mente in Italia e in tutto il mondo.


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    In aggiornamento

Ex Manicomio di Volterra breve storia e descrizione

Come arrivare

21/4/2023

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